Martedì, 24 Giugno 2014 00:00
Presentazione del Libro " La Regola del 20%"

Pubblichiamo la presentazione a cura di mario Arceri del libro scritto da Maurizio Flaminii "La Regola del 20%" l'arte di vincere e convincere negli sport di squadra.
Coach di lungo corso, Maurizio Flamminii è anche un forbito scrittore e, soprattutto, un attento lettore, cosa che, di questi tempi, non è affatto scontata.
Si legge sempre di meno, l’approfondimento è un optional culturale al quale si ritiene troppo spesso di poter rinunciare in cambio di un’informazione sommaria, rapida, superficiale. Forse è dovuto alla lunga consuetudine della panchina, ad un mestiere, quello dell’allenatore di basket, che - per essere esercitato con successo - non deve lasciare nulla al caso, ma ha bisogno di studio, di confronto, di approfondimento appunto, per realizzare gli adattamenti che sotto il profilo sia tecnico sia tattico si rendono necessari in base agli uomini di cui si dispone.
Sta di fatto che Maurizio ha avuto una lunga e felice carriera tecnica, che ha immagazzinato nozioni e conoscenze, che sente il bisogno come ogni coach che si rispetti di trasmettere quanto con saggezza ha raccolto nel corso degli anni. A livello tecnico - ed è di questi giorni la riproposizione da parte di BasketCoach.net di “Andiamo a canestro”, un testo di qualche anno fa firmato insieme a Mario De Sisti, con la consueta dovizia di schemi per spiegare la metodologia e la didattica del basket con 120 esercizi -, ma anche ad un livello profondamente diverso, raccontando esperienze personali, storie di vita, figure, fatti e personaggi con i quali ha percorso tratti di strada comune o che l’hanno colpito per originalità, importanza, rilievo, incidenza.
Non è la prima volta che Maurizio si cimenta in opere di questo tipo, ma in questo volume, del quale mi ha fatto l’immeritato onore di affidarmi le note introduttive, approfondisce ancora di più l’attenzione ed affina
ulteriormente la capacità di sintesi che poi è la dote migliore e più utile del lettore davvero impegnato. La sua è in sostanza una storia di vita più che di basket, scritta con garbo, ricca di citazioni spesso a corredo, frequentemente a sostegno, delle tesi e del racconto che espone in una narrazione semplice, efficace, conseguente rendendo il libro una gradevolissima sorpresa, pagina dopo pagina, di episodi e di situazioni, di figure interessanti e che hanno colpito in modo particolare la sua sensibilità.
Mi ha colpito la costanza che nel tempo Maurizio ha avuto nel raccogliere - in altre epoche avremmo detto “spigolare” – singole frasi o pensieri più articolati, nel catalogare in qualche modo gli estratti più interessanti delle sue letture e delle sue esperienze, nel comporle infine in una successione di citazioni che valorizzano ulteriormente il piano narrativo della sua opera. Per chi, come me, ha speso un’intera vita professionale provando a mediare tra protagonisti e pubblico gli eventi offrendo degli stessi una chiave di lettura per quanto possibile completa ed obiettiva, sicuramente con la massima onestà intellettuale possibile, è una sorpresa piacevole, ma potrei definirla addirittura esaltante, vedere (ed apprezzare) come il senso e l’importanza delle parole siano state colte, intuite, ricordate, riportate a conferma, a corollario e spesso a puntello dell’intero impianto narrativo.
Un buon allenatore di basket deve possedere cultura e mente aperta, deve avere disponibilità umana oltre che sapienza tecnica, deve avere sempre ben presente che il suo lavoro è rivolto ai giovani: quelli che cresce giorno dopo giorno con i suoi insegnamenti sapendo che essi diventeranno simboli, motivi di esempio con i loro comportamenti per tanti altri giovani che, accomunati dallo stesso amore per la pallacanestro ma meno dotati, ne seguiranno le tracce, parte in campo, una parte ben superiore attraverso il sostegno sentimentale più che passionale.
Un buon allenatore di basket ha dunque sempre viva la percezione dell’importanza e delle responsabilità legate ad un lavoro che, oltre che massimo impegno professionale, prevede e richiede capacità e volontà di educare. Maurizio Flamminii ha evidentemente posseduto e messo in pratica queste doti, con l’umiltà necessaria per continuare ad aggiornarsi, anno dopo anno, nella percezione che il basket, ma anche e soprattutto la società, si modificano giorno dopo giorno e con rapidità crescente. Una consapevolezza che si
matura individualmente, ma che non può non prescindere dallo studio e dalla comprensione della realtà, del mondo che esiste oltre lo sport, isola (non sempre) felice di una società di cui è sempre più parte integrante e specchio eloquente. Non ha quindi mai rinunciato a leggere (esercizio, ripeto, sempre più raro), quindi ad approfondire, quindi a memorizzare contributi utili per offrire sostegno al suo pensiero ma anche e soprattutto per sottolineare assonanza di opinioni o ribadire il significato più profondo di quanto viene espresso. Ne esce un libro di piacevole lettura, che pagina dopo pagina offre emozioni nuove, che nella sua agilità ricorda un… “passa e vai” offerto al lettore, un ripetersi di assist intellettuali, quali solo un grande allenatore di basket poteva immaginare e realizzare disegnando il grande schema della sua narrazione.
Mario Arceri